Per concludere nel modo migliore il nostro viaggio in Florida, organizzato per le vacanze natalizie, il 3 gennaio 2005 facciamo tappa al glorioso Centro Spaziale John F. Kennedy, a Cape Canaveral.
Il nostro motel è a Titusville, a soli 15 minuti dal Centro Spaziale e ha la vista sul mare e sulle rampe di lancio. Sembrerebbe perfetto…peccato che la nostra camera dia sulla strada e non veda l'aspirapolvere da decenni! Ma noi non ci lasciamo scoraggiare: siamo troppo ansiosi di iniziare la nostra avventura (quasi quanto lo siamo di lasciare la stanza) e così saltiamo subito in macchina.
Il Centro spaziale si trova su Merritt Island, un’isola chiusa al traffico nel bel mezzo di una riserva naturale abitata da innumerevoli specie di uccelli, compresa l’aquila del Sud, e da alligatori che scorrazzano tranquilli nei canali che attraversano l’isola.
Imboccando la SR405 verso la Merritt Island, la prima struttura che si incontra è la Astronaut Hall of Fame. Decidiamo di visitarla più in là perché vogliamo andare subito nel cuore del complesso: il Visitor Complex. Dopo una lunga chiacchierata nel nostro “perfetto” inglese per capire quale tipo di biglietto acquistare (le opzioni sono parecchie), finiamo per comprare i più cari (58 dollari a testa), quelli per la "Maximum Access Admission" associata al tour guidato "NASA Up Close". Ci danno un tesserino adesivo che ci identifica come "very important visitor", che ci appiccichiamo subito addosso, e tutti tronfi ci dirigiamo all'ingresso per ricevere l'accoglienza che spetta a visitatori del nostro rango: metal detector e perquisizione minuziosa…ma non avevamo il massimo accesso?? E la nostra importanza dov'è finita?? Smontato così il nostro orgoglio, ci dirigiamo verso il cinema IMAX ed assistiamo al film "Space Station 3D". Un'esperienza incredibile e coinvolgente: muniti di occhiali polarizzati e davanti ad uno schermo panoramico viviamo l'avventura degli astronauti nella ISS, filmata e commentata da loro stessi (c’è anche un intervento di Guidoni). E la voce del vecchio narratore? E' di Tom Cruise…
All'uscita uno spettacolare tramonto incornicia il Rocket Garden, dominato dal Saturno I coricato e attorniato dagli altri razzi, tutti a grandezza naturale, la cui sagoma scura contro il cielo rosa è uno spettacolo affascinante. Mitragliamo di foto da tutte le angolazioni, cercando di evitare la pioggia arrivata non si sa da dove (il tempo è splendido) e i Giapponesi che sbucano da tutte le parti (anche da dentro i razzi). Visitiamo il padiglione dedicato alla storia dell'esplorazione spaziale americana che espone tute, gagliardetti, capsule Mercury e filmati originali dei primissimi lanci, fallimenti compresi.
Il Saturno I (a sinistra) e i vettori Agena e Atlas (a destra)
Il giorno seguente ritorniamo e ci precipitiamo (prima che arrivino i Giapponesi) verso la copia 1:1 dello Shuttle, costata la bellezza di un milione di dollari. Da vicino è molto più piccolo di quanto ci aspettassimo e l'interno è un po' deludente: lo spazio per i sette membri dell'equipaggio è pochissimo! Il disappunto iniziale viene però ampiamente compensato dalla vista del vano carico dalla stessa angolazione filmata dagli astronauti, tanto che sembra di essere lì con loro.
Alle 10 in punto siamo sul pullman che ci porterà a vedere da vicino il Centro Spaziale e le rampe di lancio. La prima tappa sono i capannoni dove c’è una copia (sempre in scala 1:1) dei moduli che costituiscono la ISS: c'è anche quello italiano, dedicato ai viveri. La seconda tappa è la vista sull'enorme “Clean Room”: la sala in cui vengono assemblati i moduli che faranno parte della ISS. Purtroppo, essendo i tecnici in vacanza, tutti i moduli erano impacchettati, ma siamo riusciti ugualmente a scorgere i "nostri" Donatello e Raffaello.
Il tour continua passando nei pressi del Vehicle Assembly Building, una delle più grandi costruzioni ad ambiente unico del mondo: alta più di 100 metri, ha delle saracinesche che impiegano ben 45 minuti per aprirsi. Lì dentro è stato assemblato il Saturno V, il razzo che ha portato gli uomini alla Luna. Su un lato si vedono le cicatrici dell’ultimo uragano che è passato.
A fianco c’è l’hangar 3, che protegge lo Shuttle in attesa del prossimo lancio, programmato per maggio 2005. Abbiamo costeggiato il percorso che compiono i razzi e lo Shuttle dalla VAB (foto a sinistra) alle rampe di lancio, impiegandoci 5 minuti contro le 8 ore necessarie nella realtà! E finalmente eccoci a poche decine di metri dalle rampe di lancio 39A e B (foto sotto): da qui sono decollati gli astronauti del Saturno V e il primo Shuttle. A dire il vero le rampe sembrano un agglomerato di tralicci messi a casaccio, ma per noi astrofili hanno un significato profondo: sono i cancelli dello spazio.
Continuando il tour, abbiamo potuto ammirare la pista di atterraggio degli Shuttle: è la più lunga e larga del mondo. Un aereo da turismo potrebbe tranquillamente decollare e atterrare sfruttandone solo la larghezza ed è impossibile vederla tutta in quanto è fatta a dorso d’asino.
L’ultima tappa è l’APOLLO/SATURN V Center. Scesi dal pullman, oltre a regalarci una graziosa spillina dorata dello Shuttle, ci fanno accomodare in una sala di controllo. È quella originale del lancio del Saturno V. Chiuse le porte, si spengono le luci e si illuminano le consolle, i cronometri cominciano il conto alla rovescia, si accendono le luci verdi sui display, sui monitor delle varie postazioni è possibile scorgere la sagoma del Saturno V dalle varie angolazioni. Mancano pochi secondi e poi il via: un rombo assordante riempie la sala e brividi scendono lungo la schiena: sembra veramente di essere tornati indietro nel tempo, al 21 Dicembre 1968. Finita questa coinvolgente rappresentazione si passa nell’immenso capannone dove si trova il Saturno V, e qui ci si accorge della sua grandiosità. Il razzo è in posizione orizzontale a circa quattro metri dal suolo e diviso nei suoi stadi, in modo da poterli ammirare con facilità. Le dimensioni del razzo sono immense. Un mostro alto più di 100 metri per spedire una capsula lunga poco più di due metri e tre uomini verso la Luna! Altro che Shuttle: più lo si guarda e più sembra enorme.
I motori del Saturno V (a sinistra) e la capsula Apollo (a destra)
Ognuno dei cinque motori del Saturno V sprigionava tre volte la potenza di uno Shuttle al decollo! Finito di contemplare il Saturno V e la capsula Apollo (originale), torniamo al Visitor Center a terminare la visita. Ancora una tappa alla Astronauts Hall of Fame, dove sono elencate tutte le missioni statunitensi nello spazio, con lo stemma e i nomi degli equipaggi. Una seconda parte è dedicata all’interattività: sono disponibili simulatori di volo, centrifughe per la forza di accelerazione, e anche una camminata sulla Luna.
Uno dei motori del Saturno I
E così, illuminati da un altro tramonto mozzafiato, lasciamo il Centro Spaziale arricchiti da un'esperienza indimenticabile e consapevoli, adesso, di quanto poco libri e televisione siano in grado di trasmetterci della reale grandiosità delle imprese spaziali. Ci rimangono un rimpianto, quello di aver dedicato solo due giorni a quest'avventura, e una speranza, quella di poter assistere, un giorno non troppo lontano, al lancio dello Shuttle.
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